La strana stagione pollinica 2016 delle Graminaceae

Numerose sono le tipologie di specie vegetali i cui pollini sono allergenici, ma ancora oggi  la  famiglia delle Graminaceae è la principale causa di pollinosi nella popolazione.

 

Le Graminaceae (dal greco Gramen = erba), indicate anche come Gramineae o Poaceae, costituiscono una famiglia di piante principalmente erbacee appartenenti all’ordine delle Poales, classe Monocotiledoni, divisione Angiosperme; contano circa 620 generi, di cui 420 presenti in Europa, sono ubiquitarie, altamente adattabili, crescono in un ampio range di habitat (dalle pianure ai ghiacciai) e rappresentano circa il 20% della copertura vegetale mondiale.

 

Immagine

 

Sono piante annuali o perenni di dimensioni variabili, particolarmente abbondanti in campi, prati, pascoli montani, zone incolte. Oltre a diffondersi con facilità, adattarsi ai vari ambienti e, pertanto, divenire infestanti, le Graminaceae comprendono anche specie coltivate dall'uomo per l'alimentazione umana e animale (grano, riso, segale, orzo e avena) o a scopo ornamentale, ad esempio per la formazione di tappeti erbosi.

I fiori sono generalmente piccoli, inodori e poco colorati, poiché le Graminaceae, essendo caratterizzate da impollinazione incrociata, utilizzano il vento come vettore (impollinazione anemofila) e non devono quindi attirare animali impollinatori.

 

 

Polline di Graminaceae

 

 

I pollini delle Graminaceae (Fig. 2), liberati in grande quantità in particolare da aprile a luglio, sono monoporati, eteropolari, sferoidali-ovoidali di dimensioni medio-grandi, da 25 a 40 µm, fatta eccezione per i cereali coltivati che hanno dimensioni anche maggiori di 50 µm.

L’esina è granulata o scabrata; il poro è circolare ed è circondato da un annulus, dovuto all’ispessimento della sexina, coperto da un opercolo. L’intina è molto più spessa dell’esina.

Le Graminaceae sono responsabili di gravi e diffuse pollinosi primaverili, in quanto, oltre a essere piante ampiamente diffuse, sono caratterizzate da un polline particolarmente allergenico che può provocare rinite, congiuntivite, asma caratterizzati da sintomi come lacrimazione, fotofobia, prurito, rinorrea, difficoltà respiratorie e tosse. Le pollinosi da Graminaceae sono le più diffuse in Europa con un’incidenza negli adulti di oltre il 10%, mentre nei bambini e negli adolescenti è anche più alta (Tripodi ed al. 2012) . Nella popolazione italiana si stima che la percentuale di soggetti affetti da pollinosi da Graminaceae sia compresa fra il 10% ed il 15%, con una distribuzione diversa nelle varie regioni (maggiore al nord, minore al sud). Le specie che più frequentemente causano pollinosi sono: Lolium, Dactylis, Phleum, Poa annua, Poa pratensis e Cynodon (Frenguelli,2003).; queste emettono grandi quantità di pollini in un periodo piuttosto breve che varia a specie a specie, ma che generalmente raggiunge la massima intensità nel mese di maggio, con una piccola ripresa nella tarda estate – inizio autunno.

 

Il monitoraggio dei pollini di Graminaceae viene effettuato dalle Agenzie Ambientali (ARPA) tramite catturatori volumetrici (VPPS 2010) ed i dati prodotti vengono poi resi disponibili tramite bollettini pubblicati sui propri siti e sul sito della rete POLLnet (Rete Italiana di Monitoraggio Aerobiologico).

 

Di seguito si riportano i dati del monitoraggio aerobiologico relativi al 2015 a Trieste, Firenze e Perugia 2015 messi a confronto con la stagione 2016 (in corso), che sia pure non conclusa, parte con valori molto ridotti rispetto alle medie degli anni precedenti.

 

 

 

 

 

Considerazioni sulla stagione 2016 delle Graminaceae

La stagione pollinica delle Graminaceae ha mostrato diversi cambiamenti negli ultimi anni. In particolare, la data di inizio della pollinazione ha subìto, negli anni, un anticipo temporale, mentre il Pollen Index ha mostrato un trend decrescente. Questo è stato particolarmente evidente fino al 2013, poi negli anni 2014 e 2015, questa tendenza si è invertita, mentre nel corrente anno, si è ritornati ai valori relativamente bassi.

C'è da tenere in considerazione che le primavere 2014 e 2015 sono state ovunque particolarmente calde e asciutte, soprattutto il 2015. La primavera 2016 è stata invece caratterizzata da temperature piuttosto basse rispetto alla media stagionale ed estremamente piovosa.

L’anomalia della stagione è stata confermata anche da quanto osservato nella popolazione allergica ai pollini di Graminaceae. In particolare si è notato una sintomatologia tipica da Graminaceae solo nella fase iniziale e finale della stagione, mentre i sintomi sono stati modesti e spesso sporadici nella fase centrale. Questo ha determinato una riduzione dell’uso dei farmaci e, in generale, della terapia continuativa (soprattutto antistaminici e cortisonici nasali e bronchiali) che caratterizza questo periodo dell’anno.

 

Il clima però, non è l’unico fattore in grado di influenzare la quantità di polline di Graminaceae presente in atmosfera. Va infatti considerata anche la progressiva diminuzione delle aree urbane incolte, nonché la cronologia degli sfalci effettuati che, se eseguiti prima della fioritura, possono contribuire alla diminuzione della carica pollinica atmosferica.

Quindi, nel valutare la quantità di polline di Graminaceae presente in atmosfera, va tenuto conto sia dei fattori climatici che di quelli ambientali legati al territorio; entrambi sono, infatti, importanti e in grado di incidere sia sulla quantità di piante sorgente sia sulla formazione, liberazione e trasporto del polline in aria. Mentre non è possibile intervenire sul clima, è invece auspicabile agire per una migliore gestione delle infestanti limitandone la presenza con mirate misure di manutenzione delle aree verdi.

 

 

Collaborazione dei centri di monitoraggio delle Agenzie Regionali: Arpat AVC, Arpa FVG, Arpa Umbria-Università di Perugia, Centro di Bioclimatologia dell’Università di Firenze, UOSD Allergologia ed Immunologia di Prato – USL Toscana Centro