Bastia Umbra / mercoledì 12 ottobre 2016
Ai tempi del Cambiamento Climatico globale, le nozioni cruciali per disegnare percorsi per la sostenibilità dello sviluppo nelle nuove condizioni ‘perturbate’ sono Adattamento e Resilienza, intesa come capacità di comunità, di singoli o di un sistema ecologico di ripararsi da sé dopo aver subito una perturbazione dell’equilibrio pre-esistente.
In Italia, a partire dalla fascia centrale del Paese, tra le perturbazioni più importanti agli ecosistemi va annoverata la emergenza ambientale costituita dall’impoverimento del già modesto contenuto in Sostanza Organica dei suoli agrari, suoli che il Cambiamento Climatico fa così evolvere sempre più verso condizioni di progressiva aridificazione.
Contrastare in modo resiliente tale tendenza fa sì che, oltre al superamento di pratiche monoculturali che accelerano tale fenomeno, sia necessario provvedere ad un costante reintegro attraverso l’apporto ai suoli di residui organici di origine urbana, dell’industria agroalimentare o derivanti dalle attività agrozootecniche, opportunamente stabilizzati grazie a trattamenti fermentativi aerobici e/o anaerobici.
I rifiuti organici vengono cosi ad essere configurati come una risorsa scarsa da valorizzare adeguatamente, in certa quota sostitutivi del fabbisogno di fertilizzanti necessario a sostenere e ad espandere la produzione agraria contribuendo al contenimento dei dispendi energetici e della pressione inquinante che si è venuta registrando negli ambienti rurali in areali a forte antropizzazione, al contempo provvedendo a reintegrare nei terreni la dotazione organica, della cui importanza in termini produttivi ed ambientali non è più dato di poter dubitare.
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