Anfibi e Rettili alloctoni in Umbria

Cristiano Spilinga, Emi Petruzzi

Tratto da: "Caratterizzazione e diffusione delle specie aliene acquatiche e di ambienti umidi in Umbria" (Capitolo 11)

 

Riassunto

Negli ultimi anni la detenzione di animali esotici ha subito un trend in continuo aumento favorendo la presenza anche in ambienti naturali seminaturali, a seguito di immissioni volontarie o involontarie, di numerose specie di Rettili e Anfibi. Pur non essendo stati condotti studi ad hoc è possibile affermare che oggi in Umbria siano presenti 7 taxa di origine esotica: la testuggine palustre americana dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans) la testuggine palustre americana dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta), la testuggine di Hermann orientale (Testudo hermanni boettgeri), la testuggine moresca (Testudo graeca), la testuggine marginata (Testudo marginata) e due specie di rana verde (Pelophylax ridibundus e Pelophylax shquipericus).

 
Tra queste quelle che presentano una maggiore problematicità sono le due testuggini palustri americane la cui presenza nel territorio regionale è di tipo puntiforme ma in grado di raggiungere, dove presente, anche importanti consistenze. Non sono ancora stati registrati fenomeni riproduttivi ma il continuo rilascio in natura di esemplari detenuti in cattività rappresenta una minaccia per la tutela di specie, habitat ed ecosistemi.

Introduzione

La commercializzazione per scopi terraristici, oltre che a fini alimentari, ha determinato la presenza nel nostro paese di specie alloctone di Anfibi e Rettili rilasciate in natura volontariamente o accidentalmente.
Si ritiene che il commercio degli animali da compagnia sia il principale canale di introduzione di Anfibi e Rettili a livello mondiale (Kraus, 2009).
La detenzione di animali esotici è divenuta una vera e propria moda, soprattutto negli ultimi anni, aprendo la strada all’introduzione di numerose specie alloctone (Monaco, 2014): la presenza in ambienti naturali e seminaturali in alcuni casi è rappresentata da episodi sporadici, legati a fughe accidentali, in altri casi è invece determinata da introduzioni volontarie, come per le piccole tartarughe acquatiche acquistate come animali da compagnia che, una volta divenute troppo grandi, vengono rilasciate con l’intento di donare la libertà ad un animale da sempre detenuto in cattività.

 

È il caso delle testuggini palustri americane (Trachemys scripta ssp.), le uniche ad oggi rinvenute in Umbria, ma anche quello di molte altre specie di testuggini, terrestri e acquatiche.
Le introduzioni non sono avvenute solo in epoca recente, basti pensare che gli studi genetici condotti hanno dimostrato che la testuggine moresca (Testudo graeca) e la testuggine marginata (Testudo marginata), oggi naturalizzate in Sardegna, siano state molto probabilmente introdotte nell’isola dall’uomo in epoca storica (Corti et al., 2010).
Tali traslocazioni possono essere avvenute volontariamente o involontariamente per trasporto passivo a seguito degli scambi commerciali condotti dall’uomo in antichità.

 
Una nota speciale merita la presenza in Umbria del geco comune (Tarentola mauritanica) e del geco verrucoso (Hemidactylus turcicus). Si tratta infatti di specie presenti in Italia con popolazioni distribuite lungo le aree costiere che, in alcuni casi, si spingono nell’entroterra. La presenza in Umbria, con popolazioni anche importanti, ma distribuite in maniera puntiforme fa ipotizzare ad una introduzione operata, volontariamente o involontariamente, dall’uomo. Recenti analisi hanno portato ad avanzare l’ipotesi di un’origine delle popolazioni europee, provenienti anticamente dal Nord Africa, derivata da introduzioni operate in passato dall’uomo (Scalera et al., 2014). Le due specie di geco, considerando la loro presenza storica e l’assenza di impatti a loro legati, non sono oggetto di ulteriori approfondimenti nel presente lavoro.
Per quanto riguarda gli Anfibi, nonostante anche per questi, la detenzione a scopi terraristici rappresenti una delle principali motivazioni di introduzione in altri paesi, è da tenere presente che anche l’utilizzo a scopo alimentare è una delle cause alla base della commercializzazione di numerose specie di rane.

 
Un esempio è rappresentato dall’introduzione, anche in Italia, della rana toro (Rana catesbeiana), scelta per le notevoli dimensioni raggiunte e per la rapidità di accrescimento. La specie, presente in alcune regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania) ed in alcuni casi naturalizzata, ad oggi non è stata rinvenuta in Umbria (Lanza et al., 2007).


Stato delle conoscenze


La testuggine palustre dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans) è la specie alloctona maggiormente presente in Umbria (Ragni et al., 2006) dove ha trovato ambienti idonei alla sua presenza quali acque stagnanti, caratterizzate da substrato fangoso, molto ricche di vegetazione. In Umbria tali ambienti caratterizzano stagni e piccoli laghetti di origine artificiale ma anche le sponde del lago Trasimeno, del lago di Corbara e del lago di Alviano, così come le anse con debole corrente del Fiume Tevere (tra Perugia, Todi ed Orvieto), del Fiume Chiani (nei pressi di Olevole) e del Fiume Topino (nei pressi di Foligno). In tali siti è stata accertata la presenza della specie.

 
Anche la sottospecie dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta) è segnalata nella regione con alcuni dati riferibili al lago Trasimeno ma, seppure ad oggi non sono noti altri dati, è ipotizzabile una presenza più diffusa su tutto il territorio regionale con un progressivo aumento legato alla cessata commercializzazione della sottospecie dalle orecchie rosse (Corti et al., 2010). Le testuggini palustri americane (Trachemys scripta ssp.) nel nostro paese svernano sul fondo dei corpi idrici, nel fango, o interrate presso le sponde. In Umbria non sono mai stati accertati fenomeni riproduttivi in natura come invece è avvenuto in altre regioni italiane. Si ritiene comunque che in Italia la sopravvivenza invernale dei giovani sia molto limitata tollerando difficilmente le basse temperature (Corti et al, 2010). Nonostante questo la capillare presenza sul territorio, unitamente ai continui rilasci cui la specie può essere sottoposta, rappresenta una minaccia per gli ecosistemi interessati. Tra le testuggini palustri, tra il 2016 e il 2018, è stata segnalata anche la presenza accidentale di un individuo di Maremys sp. nel laghetto venatorio di S.Romano (Citerna), non più rinvenuto successivamente (Bencivenga II com. pers.)

 

Altre testuggini alloctone, questa volta terrestri, rinvenute nella regione, sono la testuggine di Hermann orientale (Testudo hermanni boettgeri), la testuggine moresca (Testudo graeca) e la testuggine marginata (Testudo marginata) (Petrineschi et al., 2004). La sporadicità con cui tali specie sono state segnalate fa pensare ad azioni di introduzione da parte dell’uomo o a fughe accidentali di animali detenuti a scopi terraristici. Di fatto nessuna delle specie risulta naturalizzata nella regione pur essendo presenti habitat idonei, quali aree caratterizzate dalla presenza di macchia bassa o bosco, frammisti ad aree aperte utilizzate per il foraggiamento e la termoregolazione. Gli stessi ambienti sono utilizzati dalla testuggine di Hermann (Testudo hermanni hermanni), l’unica specie di testuggine terrestre autoctona presente in Italia.

 
Tra gli Anfibi è da segnalare invece la presenza nei pressi del Fiume Resina (Domenighetti et al., 2013) di due specie aliene di rane verdi: Pelophylax ridibundus e Pelophylax shquipericus. Per entrambe le specie alloctone si tratta della prima ed unica segnalazione in Umbria anche se, ad oggi, non è possibile escludere la presenza di altre specie del gruppo delle rane verdi nel territorio regionale. Non considerando le specie rinvenute accidentalmente, come nel caso dei due esemplari di pitone reale (Python regius) trovati in provincia di Terni nel 2001 e nel 2003, in Umbria sono presenti 7 taxa di origine alloctona: 2 testuggini palustri (Trachemys scripta elegans e Trachemys scripta scripta), 3 testuggini terresti (Testudo hermanni boettgeri, Testudo graeca e Testudo marginata) e due specie di rana verde (Pelophylax ridibundus e Pelophylax shquipericus). L’erpetofauna autoctona dell’Umbria è rappresentata da 13 specie di Anfibi e 19 specie di Rettili (Ragni et al., 2006). Nel complesso i taxa di origine alloctona presenti rispetto al numero totale di Anfibi e Rettili si attesta rispettivamente al 13,3% per gli Anfibi ed al 20,83% per i Rettili. Da mettere inevidenza come tra le specie autoctone per l’Umbria siano inserite anche il geco comune (Tarentola mauritanica) ed il geco verrucoso (Hemidactylus turcicus), specie presenti lungo le coste della penisola e per le quali è possibile ipotizzare una traslocazione in Umbria di origine antropica.

Origine e cause di introduzione

Le testuggini palustri americane (Trachemys scripta ssp.) hanno un areale che comprende le regioni meridionali, centrali e orientali degli Stati Uniti. Trachemys scripta elegans è presente negli Stati Uniti centrali e meridionali (Missisipi, dall’Illinois al Golfo del Messico), Trachemys scripta scripta dal sud della Virginia alla Florida settentrionale (Corti et al., 2010). La principale causa di importazione in tutto il mondo è l’utilizzo delle testuggini palustri americane come animali da compagnia (pet) cui sono connessi fenomeni di abbandono in ambienti naturali o seminaturali. Situazione diversa è quella delle testuggini terresti rinvenute in Umbria.
La testuggine moresca (Testudo graeca) è un’entità ad areale disgiunto, diffusa nell’Asia sud occidentale e nell’Europa meridionale ma anche nel Nord Africa. In Italia è presente in Sardegna con popolazioni la cui origine è da ricercare in introduzioni operate dall’uomo in tempi storici o per dispersione passiva talassocora dall’Africa magrebina avvenuta in tempi storici (Corti et al., 2010). Per la testuggine di Hermann sono note due sottospecie, quella orientale (Testudo hermanni boettgeri) presente nell’Europa orientale, nell’area dei Balcani, e quella occidentale, presente in Spagna, Francia ed Italia. In Italia sarebbero necessarie ulteriori indagini per verificare zone di introgressione tra le due sottospecie e se esiste, in alcune popolazioni, un apporto genetico di individui introdotti di origine alloctona (Corti et al., 2010). 

 

L’areale originale della testuggine marginata (Testudo marginata) è circoscritto alla Grecia, tra il Fiume Axiosis (Macedonia) e il Peloponneso. Si ritiene che le popolazioni sarde, presenti nella parte nordorientale dell’isola, si siano originate a seguito di un’introduzione operata dall’uomo in tempi storici (Corti et al., 2010).

 

Per tutte e tre le specie di testuggini terresti è possibile ipotizzare un’introduzione in Umbria operata dall’uomo, si tratta infatti di segnalazioni puntiformi ed occasionali che fanno propendere per la presenza di individui scappati dai giardini in cui erano detenuti.
Per gli Anfibi, relativamente alle rane verdi, il genere Pelophylax racchiude numerose specie
distribuite nelle acque dolci di tutto il paleartico occidentale. Numerosi taxa simili tra di loro hanno la capacità di ibridarsi in natura ponendo delle problematiche sulla determinazione e conservazione delle specie.
In Italia le uniche popolazioni autoctone di Pelophylax ridibundus, il cui areale è europeo centro-orientale, sono quelle della provincia di Trieste mentre popolazioni alloctone sono state segnalate sia nella stessa provincia di Trieste che in quella di Trento (Bressi, 2006). La segnalazione di Pelophylax ridibundus in Umbria è quindi la prima per il centro-sud Italia.
Relativamente a Pelophylax shquipericus, il cui areale di distribuzione è localizzato tra la Grecia
e il Montenegro (Corti et al., 2010), si tratta della prima segnalazione per l’intero territorio nazionale.

 
Impatti sulla biodiversità e sugli ecosistemi, sugli aspetti socio-economici e sanitari 

Considerando gli impatti che la presenza di specie alloctone possono avere sia sulla biodiversità e sugli ecosistemi, sia sugli aspetti socio economici e sanitari, tra quelle rinvenute in Umbria quelle che presentano le maggiori problematiche sono Trachemys scripta elegans e Trachemys scripta scripta. La specie (Trachemys scripta) è inserita nella lista delle 100 specie peggiori alloctone invasive europee (DAISIE).

 
Pur non essendo ancora possibile stabilire il grado di naturalizzazione, la presenza capillare unitamente alla possibilità che vengano effettuati continui rilasci, desta una notevole preoccupazione per la salvaguardia della biodiversità negli ambienti in cui le due sottospecie sono presenti. L’impatto sugli ecosistemi acquatici e sulla loro biodiversità è stato oggetto di numerosi studi con evidenze sulle interazioni negative con le testuggini palustri autoctone entrando in competizione sia per le risorse trofiche che spaziali (Arvy & Servan, 1998; Cadi & Joly, 2000, 2003; Dupré, 1995) sia riguardo alla riproduzione in natura (Cadi et al., 2004; Pérez-Santigosa et al., 2008).

 
Trachemys scripta risulta inoltre una minaccia per altre specie autoctone quali Anfibi, Pesci, Molluschi e Crostacei a causa dell’attività di predazione che può essere esercitata su tali gruppi.

 

Oltre alle problematiche connesse alla salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi la presenza di Trachemys scripta rappresenta una fonte di rischio anche per la salute umana anche se, troppo spesso, si tende a sottovalutare i rischi sanitari connessi alla sua presenza.

 

In Spagna e Belgio diversi serotipi appartenenti a Salmonella enterica enterica ed a Salmonella enterica salamae sono stati isolati sia in testuggini autoctone che alloctone, tra cui anche sulla testuggine palustre americana dalle orecchie rosse e dalle orecchie gialle (Hidalgo-Vila et al., 2008). Inoltre sono noti in letteratura (Hidalgo-Vila et al., 2008) casi di infezioni sull’uomo (al- cuni con grave patogenicità e gravi enteriti) degli stessi serotipi e riconducibili alla trasmissione da parte delle testuggini.

 
Negli Stati Uniti dal 1975 è stata vietata la vendita di esemplari inferiori ai 12 cm proprio per motivi sanitari: 300.000 casi di salmonellosi all’anno nei bambini sono stati attribuiti al contat- to con Trachemys scripta (Ramsay et al., 2007).
Relativamente agli Anfibi la presenza delle due specie alloctone di rana verde (Pelophylax ridibundus e Pelophylax shquipericus) potrebbe determinare fenomeni di inquinamento genetico del complesso autoctono Rana bergeri/Rana klepton hispanica, considerando la capacità di numerosi taxa simili tra di loro di ibridarsi in natura.

 

 

 
Relazione con il cambiamento climatico

I cambiamenti climatici possono avere una notevole influenza sulla presenza e distribuzione delle specie animali.
Specie autoctone italiane, ad esempio, il geco comune (Tarentola mauritanica) ed il geco ver- rucoso (Hemidactylus turcicus), distribuiti in origine lungo le coste della penisola, hanno dato origine a popolazioni vitali anche in Umbria, con particolare riferimento ai centri urbani dove trovano condizioni ottimali per vivere.
Anche le specie esotiche possono essere favorite dai cambiamenti climatici trovando ambienti idonei alla presenza anche al difuori del loro areale di origine. In Umbria quelle che destano maggiore preoccupazione tra le specie alloctone presenti sono sicuramente Trachemys scripta elegans e la Trachemys scripta scripta.

 

In Europa Trachemys scripta è stata introdotta a partire dagli anni ’70 in numerosi stati ma pare che fenomeni di riproduzione siano stati accertati solo in Spagna, Italia, Francia e Grecia. Studi condotti dimostrano che in Italia la specie riesce a sopravvivere anche in condizioni subottimali seppur alle attuali condizioni bioclimatiche non sia in grado di riprodursi (Ficetola et al., 2009). La riproduzione in natura è stata accertata in pochi casi e il tasso di sopravvivenza dei giovani appare poco significativo. Alle condizioni attuali perciò il potenziale di espansione sul territorio nazionale appare limitato ma l’applicazione di modelli probabilistici prevedono un notevole incremento degli habitat idonei alla riproduzione in relazione alle previsioni climatiche a breve termine (Ficetola et al. 2009).

 

Possibili azioni di controllo e prevenzione di nuove introduzioni


Tra le azioni da intraprendere per arginare il problema gli interventi di sensibilizzazione rivestono sicuramente un ruolo importante. Hanno infatti il duplice obiettivo di prevenire l’immissione di ulteriori specie alloctone e, allo stesso tempo, responsabilizzare i detentori di specie esotiche, ma anche i commercianti, delle problematiche connesse agli abbandoni ed alle fughe degli animali da compagnia.

 
Anche dal punto di vista normativo è necessario promuovere la definizione di regolamenti e normative volte a scoraggiare l’immissione di specie alloctone.
A partire dal 1997 il commercio di Trachemys scripta elegans è stato limitato in Italia ed in Europa frenandone la diffusione. Nessuna limitazione è stata invece applicata al traffico di Trachemys scripta scripta la cui vendita è tutt’ora consentita. Ciò fa ipotizzare un progressivo aumento della presenza della testuggine palustre americana dalle orecchie gialle (Corti et al., 2010).

 
Un passo importante nella regolamentazione della detenzione delle specie alloctone è stato compiuto con il Decreto Legislativo 230/2017 che al suo interno contiene le “Linee guida per la corretta detenzione degli animali da compagnia appartenenti a specie esotiche invasive (D. Lgs 230/2017, art. 27, comma 4) Appendice per la testuggine palustre americana, Trachemys scripta”. Si rende inoltre necessario pianificare ed avviare progetti pilota di eradicazione in ambienti specifici, come ad esempio in biotopi dove si verificano situazioni di convivenza della testuggine palustre americana con la testuggine palustre europea o dove la presenza di specie esotiche potrebbe ancora essere limitata, come quelle di Pelophylax ridibundus e Pelophylax shquipericus in Umbria. Ad oggi, in conclusione, non si ha un quadro chiaro sulla biologia ed ecologia della specie in Italia, non avendo ad esempio, indicazioni certe sulla naturalizzazione della specie. Per poter pianificare interventi di gestione è quindi, in primo luogo, necessario intraprendere studi per poter definire la capacità degli individui rilasciati di dar luogo a popolazioni riproduttive autosufficienti.

 

Bibliografia

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D. Lgs 230/2017. DECRETO LEGISLATIVO 15 dicembre 2017, n. 230. Adeguamento della normativa nazionale alle disposi- zioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. GU n.24 del 30-1-2018
 

Domenighetti D., Bruni G., Fasola M., Bellati A., 2013. Discovery of alien water frog (gen. Pelophylax) in Umbria, with first report of P. shqipericus for Italy. Acta Herpetologica 8(2): 171-176 pp.
 

Dupré A., 1995. La tartue de Floride en France: un bilan de la situation actuelle (pp. 295-297). International Congress of Chelonian Conservation, Gonfaron (F), Soptom Edit, 344 pp.
 

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Hidalgo-Vila J., Diaz-Paniagua C., Pérez-Santigosa N., De Frutos-Escobar B. C. & Herrero-Herrero A., 2008. Salmonella in free-living exotic and native turtles and in pet exotic turtles from SW Spain. Research in Veterinary Science, 85: 449-452.
 

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Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 2018. Linee guida per la corretta detenzione degli animali da compagnia appartenenti a specie esotiche invasive (D.Lgs 230/2017, art. 27, comma 4) Appendice per la testuggine palustre americana, Trachemys scripta. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con il supporto di ISPRA in collaborazione con SHI. 5pp.
 

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con il supporto di ISPRA in collaborazione con SHI Maggio 2018
 

Monaco A. (a cura di), 2014. Alieni: la minaccia delle specie alloctone per la biodiversità del Lazio. Palombi Editori, Roma, 2014, pp. 256.
 

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Ragni B., Di Muro G., Spilinga C., Mandrici A., Ghetti L., 2006. Anfibi e Rettili dell’Umbria. Distribuzione geografica ed ecologica. Petruzzi Editore.
 

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Scalera R & Montinaro G., 2014. Gli Anfibi e i Rettili alloctoni del Lazio. IN: Monaco A., (acura di), 2014. Alieni: la minaccia delle specie alloctone per la biodiversità del Lazio. Palombi Editori, Roma, 2014, pp. 256.


Tratto da:

 

"Caratterizzazione e diffusione delle specie aliene acquatiche e di ambienti umidi in Umbria"

Anno di pubblicazione 2019

Arpa Umbria

Autori vari / a cura di Valentina Della Bella, Arpa Umbria