Qualità acque superficiali

Tutti i principali corsi d’acqua e laghi regionali vengono costantemente monitorati per la valutazione dello stato ecologico e chimico e per l’individuazione delle criticità che potrebbero pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo ambientale fissato dalla Direttiva Quadro sulle Acque (stato buono).

I risultati delle classificazioni relative all’ultimo ciclo di monitoraggio 2015-2020 consentono di ricostruire un quadro conoscitivo approfondito sulla qualità del reticolo idrografico regionale e sugli impatti generati dalle principali pressioni antropiche puntuali e diffuse, a supporto della pianificazione di settore.

A partire dal 2021 sono state avviate le attività di monitoraggio del nuovo ciclo sessennale che consentiranno di disporre di un quadro ambientale aggiornato sullo stato delle acque superficiali umbre.

 


 



Fiumi


Fiumi

Nel territorio regionale sono attualmente individuati 149 corpi idrici fluviali, con condizioni di deflusso e caratteristiche ecologiche e idromorfologiche estremamente diversificate.

Il 13% dei tratti fluviali presenta artificializzazioni dell’alveo e forti alterazioni della morfologia che ne determinano la designazione come corpi idrici “artificiali” (AWB) o “fortemente modificati” (HMWB).

L’impatto delle diverse pressioni antropiche sulla qualità ambientale dei corsi d’acqua viene valutato  attraverso una complessa serie di attività di monitoraggio, comprendenti la rilevazione di elementi di qualità biologica (macroinvertebrati, diatomee, macrofite e fauna ittica), chimica e chimico-fisica su una rete costituita da 68 stazioni. Tutti i dati raccolti vengono elaborati periodicamente per la valutazione dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici fluviali monitorati. La classificazione viene poi estesa ai restanti corpi idrici del reticolo regionale sulla base dei gruppi di monitoraggio individuati secondo i criteri di omogeneità definiti dalla norma.

La valutazione dello stato ecologico relativa all’ultimo ciclo di monitoraggio 2015-2020 mostra come oltre la metà dei corpi idrici fluviali abbia già raggiunto l’obiettivo di qualità (stato buono), mentre circa il 10% dei tratti, localizzati prevalentemente nelle aree vallive ad elevata pressione antropica, presenta forti alterazioni sia a carico delle comunità biologiche che dei parametri chimico-fisici di base (stato scarso o cattivo). Gli altri corpi idrici sono caratterizzati da moderati scostamenti dalle condizioni di riferimento (stato sufficiente) che ne pregiudicano ancora lo stato complessivo. Per il 3% dei corpi idrici, infine, non è possibile esprimere alcun giudizio per problemi legati alle difficoltà di campionamento.

 

Stato ecologico


 

Tra gli elementi monitorati, le comunità biologiche sembrano in grado di leggere meglio le alterazioni degli ecosistemi fluviali, risultando spesso determinanti nel giudizio ecologico finale.

Per quanto riguarda i parametri chimico-fisici, gli elevati tenori di nutrienti (azoto e fosforo), indicatori di stato trofico per gli ambienti acquatici, rappresentano una criticità comune a molti dei corsi d’acqua campionati.

In generale, i tratti localizzati nell’area sud-orientale della regione (bacini montani dei fiumi Nera, Chiascio e Topino), che beneficiano dell’alimentazione delle sorgenti carbonatiche della dorsale appenninica, presentano caratteristiche ecologiche complessivamente migliori di quelli delle altre aree. Anche i corsi d’acqua minori dell’Alto Tevere mostrano una buona qualità degli ecosistemi acquatici, mentre si evidenziano, come già in passato, forti criticità nelle aree vallive dei sottobacini Medio Tevere, Nestore e Topino dove è localizzato il maggior numero di corpi idrici classificati in stato scarso o cattivo.

 

Relativamente alla classificazione dello stato chimico, la maggior parte dei corpi idrici regionali mostra concentrazioni delle sostanze prioritarie e pericolose compatibili con il buono stato. L’11% dei tratti fluviali, per lo più localizzati nelle principali aree vallive, risulta invece in stato chimico non buono, in relazione alla presenza di metalli (mercurio), solventi clorurati (triclorometano) e sostanze perfluoroalchiliche (PFOS) in concentrazioni superiori ai relativi standard di qualità ambientale fissati dalla norma. Analogamente allo stato ecologico, il 3% dei corpi idrici fluviali non è classificabile per problemi legati alle difficoltà di campionamento.

 

 

 



Laghi


Laghi

Tutti i principali laghi e invasi della Regione Umbria, presentati di seguito, sono individuati come corpi idrici lacustri ai sensi del DM 131/2008:



Scheda di sintesi della qualità del lago Scheda di sintesi della qualità del lago Scheda di sintesi della qualità del lago Scheda di sintesi della qualità del lago Scheda di sintesi della qualità del lago Scheda di sintesi della qualità del lago Scheda di sintesi della qualità del lago Scheda di sintesi della qualità del lago

 
 

Ciascun corpo idrico è coincidente con un intero lago, tranne il Lago di Piediluco, che, per le sue caratteristiche fisiche e idromorfologiche, è stato suddiviso in due corpi idrici distinti: Piediluco 1, corrispondente alla porzione occidentale del lago, più profonda e fortemente influenzata dalla regolazione idroelettrica, e Piediluco 2, comprendente la porzione a lento ricambio del settore orientale e dei bracci meridionali, caratterizzata da minore profondità.

 

Tutti i corpi idrici individuati, ad eccezione del lago Trasimeno e della Palude di Colfiorito, presentano alterazioni idromorfologiche tali da essere designati come corpi idrici “fortemente modificati” (HMWB).

 
La qualità ambientale dei corpi idrici lacustri viene valutata attraverso una serie di attività di monitoraggio che comprendono la rilevazione della comunità fitoplanctonica e la determinazione dei parametri chimici e chimico-fisici su una rete costituita da 10 stazioni di cui una, localizzata nell’invaso di Valfabbrica, verrà attivata a seguito dell’entrata in esercizio della diga.

Tutti i dati raccolti nei corpi idrici monitorati vengono elaborati annualmente per la valutazione dello stato ecologico e chimico secondo i criteri tecnici stabiliti dalla norma.

La classificazione dello stato ecologico relativa all’ultimo ciclo di monitoraggio 2018-2020 mostra per tutti i corpi idrici moderati scostamenti dalle condizioni di riferimento (stato sufficiente) che ne pregiudicano il raggiungimento dell’obiettivo. Le principali criticità sono riconducibili alla qualità chimico-fisica delle acque e, in alcuni casi, al giudizio associato alla comunità algale. Per la Palude di Colfiorito, invece, non è possibile elaborare un giudizio complessivo, dal momento che le peculiari caratteristiche ecologiche di questo ambiente e le valutazioni condotte in questi anni delineano un sistema di dinamiche molto complesso, ben diverso da quello dei corpi idrici lacustri propriamente detti sui quali sono state sviluppate, a livello europeo, le metodologie di classificazione.

 


La classificazione dello stato chimico mostra come metà dei corpi idrici monitorati presenti valori delle sostanze prioritarie compatibili con il buono stato. Per gli invasi dell’Aia e San Liberato e per la porzione orientale del lago di Piediluco, invece, le concentrazioni di mercurio riscontrate nella matrice acquosa nel biennio 2018-2019 hanno pregiudicato, come già in passato, il raggiungimento dell’obiettivo. 

 

 Rete di monitoraggio corpi idrici lacustri 2008-2026 

 Stato ecologico corpi idrici lacustri 2008-2020 

 Stato chimico corpi idrici lacustri 2008-2020 

 Valutazione dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici lacustri 2018-2020

 Dati chimico fisici laghi 2008-2023 - Il file è stato aggiornato il giorno 27/08/2024

 Dati clorofilla laghi-2008-2023