Molti degli usi dell'acqua non sono distruttivi della stessa ma soltanto modificativi delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche e, pertanto, a valle di tali usi si producono effluenti di acque reflue, spesso contaminati, che rappresentano un potenziale danno all'ambiente; ciò vale per le acque urbane, industriali, zootecniche. Si tratta di quantità d'acqua di rilevante entità ed in continuo aumento che potrebbero coprire fabbisogni agricoli di notevole importanza per l'irrigazione di molte aree, afflitte da carenza di acqua, rendendo disponibili risorse idriche di buona qualità per altri scopi.
Il reimpiego di tali acque reflue in agricoltura, se da un lato può essere visto come un ritorno al terreno stesso delle sostanze fertilizzanti in essi contenute (azoto, fosforo, potassio, sostanze organiche), dall'altro può comportare dei problemi sulle caratteristiche fisiche, idropedologiche e microbiologiche dei suoli per la presenza, tra l'altro, di metalli pesanti, solidi sospesi, microrganismi patogeni e non.
In tale contesto si colloca il progetto di ricerca "Ottimizzazione a fini irrigui delle qualità delle acque reflue per la salvaguardia della risorsa suolo e per l'utilizzo plurimo della risorsa acqua" presentato dall?Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante di Roma ai Ministeri dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e delle Politiche Agricole e Forestali, che hanno giudicato il progetto ammissibile al finanziamento.
Le Unità di ricerca partecipanti sono: Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante di Roma, quale coordinatore, Centro di Ecologia Teorica ed Applicata di Trieste, Centro Sperimentale per lo Studio e l'Analisi del Suolo dell'Università degli Studi di Bologna, Arpa Umbria, Faber s.r.l. Tecnologie Avanzate per l'Ambiente di Napoli, Vekos s.r.l. di Vicenza.