Un progetto finanziato dall’Università di Trieste ha sperimentato l’utilizzo di metodiche molecolari quali la PCR Real Time e il sequenziamento del DNA allo scopo di potenziare la sensibilità del biomonitoraggio aerobiologico e la conoscenza della biodiversità fungina e pollinica nell’aria.
Il contributo di Arpa Umbria al progetto – cui hanno partecipato anche le Agenzie di Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta Marche e Veneto – ha previsto l’utilizzo di uno strumento di cattura dei pollini dedicato, il campionamento e l’analisi dei nastri di biomonitoraggio, la fornitura dei dati giornalieri di concentrazione dei principali pollini e spore fungine aerodisperse per un periodo di circa nove mesi. Tali attività sono state effettuate presso la sede di Terni del laboratorio Multisito dell’Agenzia.
Le analisi di meta-barcoding e metagenomica del DNA ambientale (eDNA) possono migliorare la risoluzione tassonomica negli studi sulla biodiversità. Solo di recente queste tecniche sono state applicate a livello sperimentale in aerobiologia, su miceti e piante in campioni raccolti dal monitoraggio aerobiologico tradizionale effettuato attraverso i catturatori pollinici.
Nello studio in questione, l’impiego del DNA meta-barcoding ha consentito di identificare un numero di taxa 10 volte più grande di quello identificato con l’analisi microscopica.
In particolare, è stata analizzata contemporaneamente la biodiversità nell'aria in cinque località dell'Italia settentrionale e centrale ed è stata correlata la composizione delle specie con le caratteristiche ecologiche dei siti e delle stagioni. I taxa più abbondanti, tra tutti i siti, sono stati i generi fungini Cladosporium, Alternaria ed Epicoccum e i generi vegetali Brassica, Corylus, Cupressus e Linum, quest'ultimo essendo molto più variabile tra i siti.
In Umbria i taxa risultati più abbondanti sono stati: Corylus (32%), Brassica (12%) e Daucus (7%).
Oltre a consolidare le ottime prestazioni di un nuovo eDNA pipeline di meta-barcoding per l'amplificazione e l'analisi simultanee di particelle sospese nell'aria e di piante, i risultati ottenuti nell’ambito del progetto sottolineano anche la promettente complementarità di questo approccio con un biomonitoraggio più tradizionale effettuato dalle Agenzie Ambientali che hanno fornito i loro campioni e i dati sulla qualità dell'aria.
Il lavoro è stato pubblicato su Science of The Total Environment in un articolo dal titolo “Environmental DNA assessment of airborne plant and fungal seasonal diversity”.
[04/08/2020]